Nel
periodo della restaurazione, il Congresso
di Vienna
assegna al Regno
di Sardegna
i territori della vecchia Repubblica
di Genova,
concedendo ad Albenga
lo stato di Capo-Provincia
inserita nella Divisione
di Genova,
il suo territorio va da Finale Ligure ad Andora fino a Calizzano.
Nel
1817 viene nominato il primo Sindaco della città, che rimane ancora
chiusa nelle antiche mura e legata ad un'economia agricola. Si ha la
progressiva apertura di uffici e vengono migliorati i collegamenti
con il Piemonte e con le città
limitrofe; compaiono nuove imprese e il commercio rianimare
l'economia, anche se il fenomeno dell'emigrazione verso i lontani
paesi colpisce la zona.
Figura 14: Stampa del 1832 dal Monte. Sullo sfondo la città di Albenga. |
Con
l'Unità
d'Italia
nel 1861 Albenga perde il titolo di Provincia ma viene comunque posta
a capo di un Circondario
e quindi sede di una sottoprefettura. Solo con l'apertura della linea
ferroviaria che congiunge Genova a Ventimiglia e che aveva Albenga
come fermata commerciale, i prodotti agricoli ingauni posso essere
esportati nelle grandi città. Questa linea ferroviaria non venne
fatta solo per creare una nuova via di collegamento, ma anche per
scopi militari ed economici: il tragitto viene messo vicino al mare,
con una massicciata che va dal confine con Alassio (a Vadino) e
termina alla fine di Ceriale; ciò permise che le terre vicino al
mare, terreni paludosi e salmastri, soggetti a continue inondazioni,
fossero bonificati. Si ampliò la superficie agricola della piana;
oltre a questo fattore economico, la massicciata aveva un scopo di
difesa militare da possibili sbarchi dal mare. La linea ferroviaria
passa sul primo ponte d'acciaio del fiume Centa, ma è inadeguato:
nell'alluvione del 10 novembre 1886, una locomotiva proveniente da
Ventimiglia viene travolta, mentre un treno con 200 passeggeri,
proveniente da Genova, viene fermato nella
stazione si Albenga, per non rischiare di fare la stessa fine.
Le
nuove e veloci vie di comunicazione permisero agli agricoltori
albenganesi di esportare ortaggi e primizia nelle località meno
vicine e all'estero. Il 23 febbraio 1887 un grande terremoto colpì
il ponente ligure. Gli albenganesi rimasero pressoché incolumi, non
ci fu perdita di vite umane, ma solo qualche grave ferito. Tuttavia
gli edifici e le torri subirono gravi danni, molte di quest'ultime
vennero mozzate per evitarne il crollo. La città richiese manodopera
edile per essere recuperata, e questa una volta terminati i lavori si
occupò di costruire nuovi edifici per la prima volta fuori dalle
antiche mura. La vecchia aristocrazia che ancora deteneva il potere
dovette pian piano abbandonarlo a favore dei nuovi imprenditori.
Nessun commento:
Posta un commento